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La nuona IRPEF nella legge di bilancio 2022

L’art. 1, commi 2-3, della legge 30 dicembre 2021 n. 234 (cd. legge di bilancio 2022) ha introdotto una cospicua revisione all’istituto dell’imposta sul reddito sulle persone fisiche (cd. Irpef), attinente, nello specifico, agli scaglioni, alle aliquote marginali legali ed alle detrazioni specifiche per tipo di reddito.

Con tale intervento, nell’ottica di una generale razionalizzazione dell’istituto, il legislatore ha inteso addivenire ad una riforma che avvantaggiasse la generalità dei contribuenti (dipendenti, lavoratori autonomi non in regime di forfettario, pensionati), utilizzando risorse rese disponibili dalla recente riduzione dell’evasione fiscale, raggiunta mediante le misure predisposte negli ultimi anni

La ratio delle novità introdotte può individuarsi anche nella volontà, da un lato, di apportare dei correttivi ad alcuni effetti distorsivi cagionati dai provvedimenti precedentemente intrapresi in materia tributaria e fiscale e, dall’altro, di completare le precedenti modifiche in un’ottica strettamente redistributiva (il riferimento è al cd. bonus 80 euro introdotto nel 2014 e alle misure adottate con la precedente legge di bilancio).

Di seguito le aliquote e gli scaglioni come definiti dalla riforma e dalla disciplina previgente:

Nuovi scaglioni in euroAliquoteAliquote precedenti
Fino ad euro 15.00023%23%
Da 15.000 a 25.000 euro25%27%
Da 28.000 a 50.000 euro35%38% fino a 55.000 euro
Oltre 50.000 euro43%41% da 55.000 a 75.000 euro 43% oltre i 75.000 euro

Ciò posto, si evidenzia che la riduzione dell’aliquota marginale legale sul terzo scaglione (reddito compreso tra euro 28.000 e 50.000) risulta particolarmente significativa in quanto determina un beneficio proporzionalmente crescente all’ammontare del reddito: inoltre, si precisa che tale disposizione è stata espressamente prevista per tale fascia poiché i soggetti ivi rientranti non avevano beneficiato di alcun intervento governativo nel recente passato (es. bonus 80 euro).

Quanto infine, alle detrazioni, la riforma si propone di introdurre alcuni correttivi in punto aliquote marginali effettive, non risultando a tal fine sufficiente, per evitare effetti distorsivi del sistema, la sola modifica delle aliquote legali e degli scaglioni.

Segnatamente, le detrazioni per i lavoratori dipendenti sono state ridisegnate giungendo a tre livelli di aliquota marginale effettiva: 23% sino a 15.000 euro, 34% sino a 28.000 euro, 43% oltre i 28.000 euro.

Sul punto, segnala il Ministero dell’Economia e delle finanze che, prima della riforma, un lavoratore dipendente che conseguiva uno stipendio annuo lordo di euro 35.000, nell’ipotesi di un aumento annuale della retribuzione (sempre lorda) di euro 35.00,00, avrebbe avuto un guadagno effettivo di circa 1.960 euro: con la riforma, invece, il guadagno effettivo del lavoratore ammonta ora a circa 2.750 euro.

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